2009
La gloria di una giornata qualunque

LA DANZA DEGLI OGGETTI
di Carlo Micheli

L'arte non riproduce ciò che è visibile,
ma rende visibile ciò che non sempre lo è.
Paul Klee

Osservo i lavori di Letizia Fornasieri, che ancora non conosco personalmente, nel suo studio e due cose mi colpiscono: la forza prorompente di questi quadri contrapposta all’apparente fragilità della persona, e come questo "realismo" sia tanto evocativo da divenire pura astrazione. Mi chiedo il perché le compo­sizioni sembrino vibrare, rifiutare una staticità che nella realtà contraddistingue il mondo inanimato degli oggetti, e poco a poco mi rendo conto che i soggetti sono composti da tanti particolari assemblati assieme dopo essere stati indagati a fondo, piazzati sotto una lente d'ingrandimento, dopo essere stati ridotti a es­sere, frammenti che ora non combaciano più perfettamente. Come quando si cerca di ricostruire un aereo precipitato in acqua, attraverso i brandelli di carlinga deformati dallo scoppio e restituiti, pochi per volta dalle profondità marine. L'effetto è quanto mai sorprendente e affascinante, tanto più che vi è un evidente contrasto tra l'accuratezza dell'indagine e la quotidianità dei soggetti rappresentati: scolapiatti colmi di tazze, pentole, piattini, guanti di gomma o stanze da letto con in primo piano una seggiola, un "incrocio di porte", dei limoni, una poltrona, oppure un viale di Milano, un'aiuola soffocata dal traffico ... Insomma è un po' come incaricare un grande restauratore del risarcimento di una gondola-souvenir in plastica, caduta di mano alla colf mentre la spolverava! [...] Continua...

IL MISTERO EROICO DEL QUOTIDIANO
di Lorenzo Canova

La complessità della pittura
La pittura di Letizia Fornasieri è legata a un percorso iniziato più di venticinque anni fa e approdato a esiti ­di indubbia qualità e di notevole interesse per la sua complessa struttura di riferimenti e di relazioni. In questo senso è opportuno valutare quest'artista con strumenti aperti e multidisciplinari senza cadere nel pericolo degli stereotipi, collocando la sua opera nel giusto contesto storico-culturale e con il corretto rigore filologico.
Letizia Fornasieri è una pittrice che rappresenta molto bene una delle caratteristiche più forti dell'arte ita­liana in un momento in cui gli studi più avanzati stanno dando il giusto risalto alle caratteristiche "locali" e regionali inserendole come voci di diversità, di spicco e di sicuro rilievo all'interno di un più ampio contesto che (anche se con un termine abbastanza generico e spesso fuorviante) si può definire globale. L'artista infatti ci mostra come si possa utilizzare ancora la pittura partendo da una determinata situazione storica come quella degli anni Ottanta rinnovandola con un costante lavoro di intensificazione e stratificazione delle strutture compositive e della visione stilistica. Non bisogna dimenticare tra l'altro che gli anni di esordio di Fornasieri sono quelli del fruttuoso ricongiungimento dell'arte contemporanea con la pittura e con l'arte del passato, modulato in varie forme ma che ha trovato un cardine nel trionfo del neo-espressionismo che a livello internazionale, dalla Germania agli Stati Uniti all'Italia, imponeva una pittura di forte impatto croma­tico, dove le stesure del colore si fondavano su una voluta e "barbarica" rapidità e potenza disegnativa. [...] Continua...

LA VERITA' è ANONIMA
di Maurizio Cucchi

L'artista passa attraverso il mondo. Deve passare attraverso il mondo, deve prendere contatto diretto con le cose, deve in qualche modo possederle. In qualche modo, perché mai potrà possederle completamen­te, o come forse vorrebbe. Ma quel modo è il suo, il suo unico possibile, e di quelle cose, di quella realtà che incontra, deve poter individuare un senso profondo, il proprio senso, che certamente lo troverà in accordo con altri, innumerevoli, che pure non conosce ma che gli somigliano.
Prendiamo una porta, il "corpo" di una porta di casa, come appare spesso nei quadri di Letizia Fornasieri. La porta contiene in sé, naturalmente, notevoli catene di possibili significati, di possibili allusioni. La porta ha un valore simbolico che passa dalla chiusura allo spiraglio alla totale apertura, se ne passiamo la soglia, il principio. Può essere segno di protezione, di intimità, di affetti, naturalmente; come può ben rappresentare il contrario, e dunque il rifiuto di una comunicazione con l'esterno, il mistero dell'interno, la segretezza, o chissà: la disperazione non condivisa. E sono solo alcuni dei possibili messaggi che la sua presenza ci potrebbe far pervenire. Nei quadri di Letizia Fornasieri, la porta assume un risalto di tutta evidenza, ma non solo e non tanto perché campeggia, come possiamo ben vedere, quanto e soprattutto perché appare nella sua ruvida e silenziosa fisicità. E dunque nella consunta, sbreccata semplicità domestica del suo sguardo cieco, nel colore sbiadito di quella decorosa indifferenza che sa mostrare, nella consumata elementarità meccanica di ciò che in lei porta i segni dell'essere umano che la usa: la maniglia, la chiave la serratura, la loro modesta materialità muta a nostra disposizione. [...] Continua...

LA FORZA GENTILE DELLA REALTA'
di Roberto Perrone

Quando sono uscito la prima volta dallo studio di Letizia Fornasieri mi sono messo a fischiettare una canzone di Lucio Dalla. "Nuvolari ha cinquanta chili d'ossa/Nuvolari ha un corpo eccezionale". Letizia fa questo effetto, con il suo fisico, minuto, da ragazzina che deve ancora sbocciare, con il suo sguardo curioso, con i suoi occhi che non smettono di interrogarti e hanno la curiosità dei giovani. Come per i suoi quadri, Letizia Fornasieri trasmette forza col suo muoversi, col suo porsi, col suo essere e con le sue parole. Come tutti i forti non è arrogante, ma conciliante nei confronti di chi gli sta di fronte. Ha carattere. La sua dimensione più vera è lo stupore che è la forma più intensa di conoscenza della realtà. Letizia sostiene di essere timida, ma in realtà è riservata, cioè non si apre con banale facilità, ma deve trovare qualcuno o qualcosa che la attraggono, che le diano una sponda e poi si spalanca, come i suoi quadri spalancano scorci inusuali della città, smussano gli angoli, anche quelli più duri - Milano è una città difficile, ammette, ma lei è contenta di viverci -, più resistenti o, apparentemente, insignificanti come i fili del tram, che sembrano ragioni annodate. Il suo sguardo sulle cose offre una nuova prospettiva, muta quella abituale. Il tratto e il carattere di Letizia hanno la forza del diamante. [...] Continua...