2014
Andante con brio
di Letizia Fornasieri

Quando ero studente  all’Accademia, fine anni ’70, ricordo che, passando davanti agli spazi delle galleria di via Brera, non osavo quasi alzare lo sguardo, tanto percepivo la distanza tra il mio povero lavoro iniziale, di cui però avevo già il sentore di una certezza  e le opere esposte...e poi, passati tanti anni, sorprendentemente, sono qui anch’io!
 
Il platano di viale Romagna è il platano trafitto
la brocca gialla vigila tra le piantine del balcone
la mia mamma è “la Margherita”
la lavatrice è la lavatrice
la casa rossa è la casa rossa
i girasoli sono i girasoli
e le ombre delle scarpe riposano su fogli bianchi.

Sono passata nelle stanze, ho aperto gli armadi e socchiuso finestre; ho posato sui tavoli tubetti, mele, tazze.
Ho accarezzato i fiori, le auto e ho trattenuto la luce agli stipiti.
Ho “chiamato” le cose e loro mi hanno seguito per tutti questi anni, ordinandosi, dietro  a me, e via via ingrossando una fila festosa e ridente come accade in una marcia vittoriosa.
Ho cercato ora le ombre, ora i colori, ma sempre la Ragione  che sta dentro le cose, acquattata dentro le pieghe di una stoffa o in una chiazza di sole.
Ho vagato per il mio quartiere seguendo le linee dei tram, scrutando i segnali stradali e il volti di persone che al mattino si alzano per un percorso consueto eppure ignoto.
Ho visitato giardini silenziosi e cortili assolati cercando che la realtà mi rivelasse il suo “segreto”: il segreto di grigi viaggiatori metropolitani, il segreto di una tazza rossa appoggiata sul tavolo azzurro della cucina, il segreto  di un’auto parcheggiata,  della direzione di un tram…

Ho avuto degli “amici” illustri, alcuni Signori George, il Signor Vincent, il Signor Jackson, il Signor Franz, il Signor Claude, il Signor Eduard, il Signor …. ( ne metterei alcuni altri).
Sapete indovinarli?
Ho ascoltato le loro storie sommesse, che altri avevano dimenticato; sembravano dirmi qualcosa…

Negli anni si sono aggiunte persone che non conoscevo, diventate poi compagni fedeli in questo “andare” quotidiano non diverso, credete, da quello di tutti.
E li ringrazio tutti di questa loro compagnia che mi consente di vivere.

8 aprile 2014