C’è qualcosa di antico, anzi di autentico, di schietta appartenenza alla tradizione pittorica figurativa nel perlustrare di Letizia Fornasieri, in anni recenti, con costanza e dedizione, il territorio cremonese lungo e “Di là dal fiume”.
Letizia s’imbatte, annota, disegna lo scorrere delle acque nelle rogge, i campi punteggiati da papaveri, le aie ricche di presenze di pulcini, anatroccoli, di piante dirompenti costrette in vasi sempre troppo piccoli, le grandi vacche mansuete che rendono umido il tepore delle loro stalle.
Letizia non dipinge “en-plein-air”, ma nello studio dove può affidarsi alla memoria che la guida a dipingere l’essenziale, spesso trovato nei dettagli.
Il fascino della pittura della Fornasieri nasce proprio dal contrasto tra questa fedeltà ai temi e generi tradizionali e l’innovazione, invece continua, del mezzo espressivo.
Letizia esce dalle aule dell’Accademia; sa di disegno, di righe e prospettive, di colori e velature. Presto incontra il pittore Congdon nella sua maniera tarda, quando l’artista americano viveva e lavorava nella quiete della casa-studio annessa al monastero benedettino della Cascinazza, a sud di Milano. Qui trova conferma alla sua pennellata materica, ricca di colore, ma impara anche ad usare il raschietto, giungendo a far vedere il supporto - tela, carta o legno che sia - un tempo preparato con nero diluito, poi, lasciato bianco a suggerire sciabolate di luce tra i vasi di gerani, negli specchi d’acqua, nei viottoli campestri.
Sperimenta il forex, materiale plastico di un bianco uniforme, come supporto perché, permettendo alla pennellata di fluidificarsi e di scorrere veloce, le consente una migliore resa dell’elemento acquatico.
Vede nella fotografia, non una tecnica espressiva con cui fare competizione, bensì complementare. Le riconosce l’indubbia precisione della veduta, seppur di ampiezza limitata rispetto a quella dello sguardo, la giusta prospettiva, ma è proprio quest’ultimo elemento che la porta ad intervenire con diluente al nitro su fotocopie fotografiche per sciogliere lentamente l’immagine impressa e sostituirla a mano a mano con le sue linee prospettiche, così deformi e così espressioniste, con i suoi vividi colori con cui ricoprirà anche stampe fotografiche di scorci urbani.
La pittura della Fornasieri è sempre nata dall’abbraccio dello sguardo alla realtà. Prima la realtà domestica, intima, poi quella urbana milanese, quindi la campagna del territorio cremonese cui appartengono quasi tutti i dipinti qui esposti. Proprio in questa fase l’ “abbraccio dell’artista alle cose” si arricchisce di contrasti tra luminosità e asprezze di toni forti, ariose profondità e scorci ravvicinati distorti, mentre spesso, solitaria, squilla una nota di colore a ricoprire la forma di un fiore o di un laterizio consunto. E’ come il giallo dei limoni di Montale intravisti nei cortili, che all’improvviso ci scioglie il gelo dal cuore e ci versa nel petto “le trombe d’oro della solarità”.
Leonardo Caldonazzo
Galleria Il Triangolo, Cremona
E' un piacere per me poter dare il benvenuto a Cremona a James Rubin, titolare dell'omonima galleria milanese, storica e prestigiosa realtà con cui sono onorato di collaborare in occasione della mostra che il Triangolo dedica a un’artista di grande talento: Letizia Fornasieri. Le sue opere coloreranno le pareti del nostro spazio, restituendoci scorci inediti della città e dei suoi dintorni rurali, attraverso uno sguardo ricco di sentimento e un pittoricismo vivido e luminoso.
Il mio sincero auspicio è che questa mostra possa costituire il primo passo di una rinascita, dopo un anno drammatico che ci ha colpito duramente. Una 'rinascita' che coincide con l'arrivo della Primavera di cui gli stessi dipinti di Letizia paiono l'emblema, nella ricchezza di colori evocatori di dolci profumi e beate contemplazioni.
Un caloroso ringraziamento va al Comune di Cremona e all’assessore alla Cultura Luca Burgazzi, per il sostegno e la fiducia riposta nella nostra galleria. È oltremodo una grande soddisfazione poter collabo- rare nel nome dell’Arte, unendo forze ed energie. E ci auguriamo che questa collaborazione possa essere duratura e fruttuosa per la nostra città.
James Rubin
Galleria Rubin, Milano
Lavoriamo con Letizia Fornasieri da più di venti anni. E' un'artista di inesauribile talento, sempre pronta a rinnovarsi e imboccare nuove strade. L'abbiamo seguita in una carriera che, oltre a svolgersi nell'ambito delle gallerie private è stata di alto livello istituzionale, con riconoscimenti pubblici di notevole qualità e un seguito di appassionati che non smette di stupire per numero e fedeltà. Nonostante il successo, rimane una pittrice con un forte radicamento nell'area lombarda e padana (con qualche eccezione toscana) ed è ancora più apprezzata da chi condivide l'amore e la conoscenza di questo territorio.
E' quindi un evento naturale questa mostra cremonese a cui sono dedicati un buon numero di lavori recenti e che inaugura per iniziativa di una galleria che ha il prestigio di una lunga storia e la freschezza di un recente rinnovamento a opera del giovane titolare, Leonardo Caldonazzo e della direttrice, Raffaella Colace.
Siamo grati di questa collaborazione che propone Letizia Fornasieri in una città che custodisce alcuni fra i nostri maggiori tesori artistici, con l'augurio di trovarla attenta a questa proposta contemporanea che guarda alla natura e alla tradizione della migliore pittura italiana.