2011, Il Giorno

L’ARTE QUOTIDIANA DI METTERSI IN DISCUSSIONE.
LETIZIA FORNASIERI ALLA FONDAZIONE DURINI

«Tra Milano e Asciano con una puntata a Parigi». La mostra di Letizia Fornasieri, curata da James Rubin e inaugurata ieri alla Fondazione Durini (fino al 24 ottobre), ha il titolo che è una didascalia: nell’esattezza circoscrive la cifra della pittrice milanese, investigatrice del quotidiano, e la sua evoluzione, a due anni dall’antologica di Mantova.
Una svolta anche tecnica, le stampe fotografiche diventano una base su cui procedere per sottrazione, con una tecnica chimica nuova, e per deformazione, con le antiche, vigorose pennellate a olio. Che stravolgono le linee prospettiche, perché, dice l’artista, «l’immagine fotografica, più oggettiva, tende a “strutturare” il quadro. Voglio mantenere la possibilità di distorsione, un’eredità delle avanguardie del ‘900». anche l’orizzonte s’è spostato da uno scenario urbano a uno più agreste, il pennello si ferma a esplorare l’architettura di un cardo, l’intreccio di un vitigno.
«Tutto è cominciato con una vigna», racconta Fornasieri. un invito in un agriturismo nelle Crete Senesi, la voglia di cimentarsi con «una pianta sconosciuta», frequentata e ritratta attraverso le stagioni. «Ho scoperto che le cose belle nascono se dici sì a un invito, se non ti sottrai a quello che accade». anche al dolore, elaborato in una sala più intima, quella di Margherita. La madre di Letizia, morta l’anno scorso a giugno, è ritratta accanto a una grande lavatrice, poi di spalle, fronte a un cassettone. Titolo: «Margherita vedeva altre cose». I cassetti come il tempo che scorre, l’ultimo, che non c’è stato il tempo di aprire, svela la tavola nuda macchiata d’ombre ch suggeriscono il riflesso della montagna sul lago: «Una trasparenza più profonda». E Parigi? C’è, nella veste inconsueta delle cassette di verdura al mercato. «Mi trovo meglio dipingendo da vicino –spiega Fornasieri- . bisogna diventare amici delle cose, altrimenti si rischia di rapinarle. Io, con un po’ di presunzione, pensavo di saper dipingere una vigna, mi son dovuta ricredere. Dipingere è una grande lezione». Sull’arte di mettersi in discussione, anche davanti alle cose.

di Giulia Bonezzi