2001, Il Giornale

PICCOLE REALTA’ METROPOLITANE

Milanese, schiva, tenace, Letizia Fornasieri espone alla Galleria Lawrence Rubin di via Marco de Marchi 1, tredici grandi opere dedicate alla città di Milano. Soggetti metropolitani dalle prospettive sfuggenti a partire dai tram coloratissimi emblema della nostra metropoli che purtroppo verranno sostituiti dai nuovi mezzi su rotaie che hanno ben poco di caratteristico, veri e propri treni per dimensioni e lunghezza, fino a taxi, semafori, grovigli di cavi.
La mostra, aperta fino al 27 gennaio, è accompagnata da un catalogo curato da Rossana Bossaglia dal quale è possibile comprendere il significato di questi soggetti quotidiani; soggetti che nel percorso visivo acquistano dignità e importanza non solo per il colore generoso con il quale l'artista li ritrae, ma anche per la ricerca del vero che la Fornasieri intraprese ancora quand'era studentessa all'Accademia di Brera.
L'artista (classe 1955), vincitrice del Premio Carlo Dalla Zorza promosso dalla Galleria Ponte Rosso, si dedica ogni giorno nel suo studio di via Teodosio con gli occhi di una ragazzina, agli angoli più pulsanti della vita cittadina con ampie pennellate decise per sottolineare come la frenetica vita moderna sia di per sé una realtà da non sottovalutare, viva e dominante. Dominante al punto che a volte ci impedisce persino di fermarci a pensare o a guardare il cielo. Il disordine cittadino è visto con occhi da cronista attenta e allo stesso tempo con una poesia fuori dal comune per un'artista abituata a concepire lo spazio solo come prospettive sfuggenti e oblique. Persino nelle opere «domestiche», nature morte, veri e propri angoli di vita familiare, la Foranasieri ingrandisce ed evidenzia forme e colori, in maniera tale che gli oggetti sembra che parlino e persino ascoltino. Soggetti metropolitani e grappoli di inflorescenze emergono con l'entusiasmo per la realtà, bella o brutta che sia. “A casa c'è sempre stata molta attenzione per tutti gli aspetti della cultura, della storia, della filosofia. Mio padre insegnava matematica, mio fratello è pianista. Dalla mamma abbiamo imparato ad osservare la realtà più minuta e questo mi è rimasto nel sangue. Non dipingo per competere con la realtà o per fissarla, ma per confrontarmi con essa. E' un modo che serve anche a conoscere meglio me stessa”
Prestando orecchio, cuore e mente alla città, Letizia Fornasieri si concede il lusso intelligente di esprimere il senso delle cose con un’analisi acuta e ironica. I tesori nascosti che ci rivela possono sembrare insoliti e allo stesso tempo familiari. Segreti che ci permettono di comprendere il senso delle cose. Affreschi metropolitani che raccontano il trionfo della routine: “vedo quindi sono”. Questo è il fascino discreto del nostro quotidiano.

di Luciana Baldrighi