11 settembre 2013, il Nuovo Giornale
(edizione speciale in occasione della Grande Festa della Famiglia 2013)
LE TELE CHE RACCONTANO LA “GLORIA” DI UNA GIORNATA QUALUNQUE
Letizia Fornasieri, milanese, fu folgorata dalla pittura quando da bambina a una mostra a Palazzo Reale. “Non si decide di diventare artisti, dipingere è rispondere a una chiamata”.
Siamo talmente abituati a vivere meccanicamente la vita, lottando con ansie quotidiane, che non sappiamo neanche più perché facciamo le cose, non siamo più in grado di dare un senso alle nostre azioni. Per fortuna c’è l’arte, con la sua capacità di aprire spazi di riflessione e artisti, come Letizia Fornasieri, capaci di indagare, con la loro pittura introspettiva, sul significato della vita, anche sul senso di una giornata qualunque - tema centrale della “Grande Festa della Famiglia” - anzi, sulla “Gloria di una giornata qualunque”. È questo il titolo dell’intervento della pittrice milanese in occasione della festa, sabato 14 settembre alle ore 21, sotto i Portici di Palazzo Gotico. Classe 1955, Letizia Fornasieri si è diplomata a Brera ed è un’artista di notevole spessore, che ha ricevuto diversi riconoscimenti: la sua opera “Milano - Tram” è entrata a far parte della collezione della Camera dei Deputati.
Alle Medie desideravo per “amico” Courbet
È la realtà, la ricerca di un senso nelle cose osservate nella loro ordinaria quotidianità, alla base della pittura della Fornasieri, che poi è in grado di esprimerla sulla tela con grande tecnica pittorica, grazie a una propensione creativa evidente fin da bambina. “Ma credo - dice l’artista - di aver deciso realmente di dipingere dopo aver visto la mostra di Gustave Courbet a Palazzo Reale. Facevo le scuole medie e mi dissi che mi sarebbe piaciuto avere Courbet come amico. Da allora ho avuto tanti altri ‘amici’ nei miei anni di studio: Chardin, Cézanne, van Gogh, successivamente Klee e l’Action Painting americana, in particolare Kline e Pollock, che mi hanno condizionato con il loro modo di ‘stare’ nella realtà. Ma posso citare anche Vuillard, Matisse, Varlin”. Una figura che ha avuto una grande influenza su Letizia Fornasieri è stata quella di William Congdon: “Frequentavo il liceo e ricordo che mio fratello mi portò un libretto di questo pittore americano a me sconosciuto. Era una raccolta di pensieri e appunti. Da allora - sottolinea - l’ho sempre seguito e l’ho conosciuto personalmente, frequentandolo nel monastero di Buccinasco, dove si era ritirato a vivere. Di lui mi ha sempre molto colpito il modo di graffiare la superficie con il colore”.
La pittura è un compito
I dipinti della Fornasieri spaziano da piccoli angoli di casa ripresi nella loro quotidianità, al groviglio della città metropolitana, da rappresentazioni di fiori e piante a quella di figure e persone, anch’esse colte nel quotidiano. “Per me la pittura è un compito a cui assolvere - riflette -. Non si decide di essere artisti, dipingere significa rispondere ad una chiamata. Non metto in posa le cose che dipingo, i miei quadri nascono assecondando un invito a stare in rapporto con le cose e le persone della realtà che mi circonda e che frequento. Devo convivere con le cose, prima di rappresentarle”. Letizia ha raffigurato anche diverse scene sacre del cristianesimo nelle sue opere: “Mi sono ispirata dapprima alla pittura romanica, poi alle icone del mondo russo, infine alla vita di Cristo secondo i Vangeli. Per me, cattolica, è stato naturale trovare ispirazione negli episodi del Nuovo Testamento. Nel 2001, mi è stato chiesto di dipingere una Via Crucis che si trova ora stabilmente nella chiesa di Gesù a Nazaret a Milano. È stato un lavoro molto faticoso, per la mia forte immedesimazione nella storia di Cristo e anche perché molti dei personaggi che sono ‘entrati’ in questa Via Crucis, sono miei amici, persone reali”.
Le sue opere in mostra a Nuovo Spazio
“La gloria di una giornata qualunque” titolo dell’intervento della Fornasieri alla “Grande Festa della Famiglia”, ma anche di una mostra allestita a Mantova nel 2009, “è l’espressione - spiega la pittrice - di tutto ciò che ho fatto nella mia vita quotidiana, privata e professionale: cercare di collocare tutte le cose al loro posto per dare loro il giusto senso nel mondo”. “Come del resto - prosegue fanno le persone, cercare il loro posto nel mondo, il loro compito, anche nel quotidiano. Purtroppo - riflette Fornasieri - l’uomo vive da anni nella società occidentale una crisi di valori per cui non riesce a dare compiutezza a se stesso. L’uomo crede, sbagliando, di poter vivere prescindendo da qualunque legame: con Dio, con i genitori, con i figli. Ma l’uomo - continua l’artista - non basta a se stesso e solo nella stabilità affettiva dei legami trova il suo senso e la sua felicità. Per questo la famiglia rimane ancora il valore più importante, come forma di aiuto reciproco e come percorso educativo verso ciò che è vero e buono”. In occasione della “Grande Festa della Famiglia” e della manifestazione Pulcheria a Piacenza sarà possibile ammirare le opere di Letizia Fornasieri presso la Galleria Nuovo Spazio Arte Contemporanea (in via Calzolai 24).
di Andrea Nempi
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