2005
Miracolo a Milano, Palazzo della Ragione, Milano
A cura di Alessandro Riva
“… i miracoli, si diceva, oggi scarseggiano alquanto, dal punto di vista delle cronache d’arte. molti virtuosismi, qualche effetto speciale, qualche lacrima di sangue prodotta a viva forza per via meccanica, ma niente che assomigli, non dico alla Resurrezione del Cristo di Tiziano o di Piero della Francesca, ma neppure a quella dell'ultimo dei settecentisti di maniera. Siamo in tempo di vacche magre dal punto di vista della spiritualità dell'arte, per via di troppa razionalità scientifica e ideologica. Non pensate ch'io sia in cerca d'una novella arte sacra: per quello ci sono già commissioni istituite ad hoc da qualche Vaticana consulta, biennali specializzate alla bisogna, e quant'altro organizzato da chi ne è, giustamente, competente. lo, per arte del miracolo, intendo un'arte che sappia ancora stupirci, sorprenderci, darci quello stato di ebbrezza, o persino di fantastica euforia, che contraddistingue le opere nate e concepite, appunto, in istato di grazia. Un'arte che come i veri miracoli, di cui non intendo beffeggiarmi - si sappia far riconoscere per la sua forza intrinseca d'immaginazione, d'irrazionalità e di poesia allo stato puro. È dir troppo per l'arte d'oggi? In verità no, e questa mostra è qui per dimostrarlo. Come tutti i miracoli, infatti, anche l'arte del miracoloso va innazitutto riconosciuta, prima ancora che storicamente o scientificamente analizzata: va cioè tolta da quel contesto culturale, politico e sociologico che è diventata oggi la scena del contemporaneo, per essere restituita alla sua dimensione rarefatta e impalpabile, cui aspirano appunto i miracoli. Nell'arte miracolosa, insomma, va innanzitutto creduto, secondo un disegno d'irrazionalità, e secondo uno spostamento, uno slittamento del punto di vista e del significato, prima ancora che secondo un riconoscimento intellettuale e un'analisi dettata dalla fredda competenza di tipo storico-artistico…”
da Miracoli, altri miracoli e ancora altre strampalerie
di Alessandro Riva