2007
Arte Italiana 1968_2007 Pittura, Milano
A cura di Vittorio Sgarbi
“… Ebbene, per riannodare le fila e tornare al discorso, se davvero esiste un filo rosso capace di seguire l'anima di Milano, di ritmare i suoi tempi e le sue stagioni e amplificarne la vocazione, quello è proprio la pittura, ed è una pittura giocata sui temi classici del paesaggio e del ritratto, del panorama urbano e dell'interpretazione dello sguardo e della posa. Una pittura recuperata e vitalizzata ….”
“…Si potrà opinare che nell'era della tecnologia sono altri i media destinati a comunicare con le giovani generazioni di spettatori, si potrà obiettare che sul terreno del site-specific e dell'arte sociale si affrontano spesso temi esageratamente più attuali e pressanti - questione di opinioni e di punti di vista, di sicuro accettabili e forse addirittura fondati - ma il punto è prendere o meno coscienza di un dato di fatto, per niente scontato viste scelte e selezioni istituzionali degli ultimi tempi: la pittura esiste, è - che piaccia o no- la spina dorsale e la peculiarità della nostra storia, è necessario che si riprenda a fare i conti con lei. Insomma, considerarla è d'obbligo e duecento artisti raccolti in una mostra che ripercorre quarant'anni di storia - quasi tutti con un discreto, un buon o un ottimo gradimento del mercato, quasi tutti con collezionisti e appassionati alle spalle, quasi tutti con una storia alle spalle e una cifra stilistica riconoscibile - stanno a dimostrare nient'altro che questo. Sono a scrivere quella storia alternativa che avremmo forse potuto fare partendo da gruppi di nome, di fatto o solo immaginari.
Circa la marginalità dell'arte italiana, basta guardare cosa e quanto è stato esportato di tutte le varie correnti e scuole, basta confrontare taluni movimenti, tendenze e gusti di successo provenienti d'oltralpe con quanto fatto in Italia per rendersi conto d'essere stati effettivamente messi ai margini. Non per inferiorità tecnica, ideologica o culturale, ma per scelta. Se la nostra vocazione è la pittura e se la stessa pittura non ha però potuto godere dell'appoggio e delle convinzioni necessari per decollare anche oltre i confini scartata in favore di un concettualismo tipicamente nordico, lontano però dalla storia e dalla cultura della penisola - la marginalità appare come un destino segnato. Ora si tratta di trasformare dunque il margine in centro”.
da “Destini della pittura e destino di marginalità”
di Maurizio Sciaccaluga