2009
La gloria di una giornata qualunque, Palazzo della Ragione, Mantova
A cura di L. Canova e C. Micheli

La mostra intitolata La gloria di una giornata qualunque curata da Lorenzo Canova e Carlo Micheli presenta oltre 80 opere dell’artista milanese, nella cornice di Palazzo della Ragione a Mantova.

Oggi è difficile trovare un artista che non si pieghi alle mode e alla commedia dell’effimero. La figura di un artista che porti la sua vita all’interno della sua arte, senza sfruttarla trasformandola in uno spettacolo è rara. L’essere pittrice di Letizia Fornasieri l’ha portata a riflettere sul suo ruolo di donna, esaltando e analizzando anche in modo spietato le caratteristiche che la società ha da sempre associato al ruolo femminile. Così ripercorrendo i soggetti dei suoi oli si incontra una macchina per cucire, la stessa macchina che l’artista usa per imbastire i propri abiti. Oppure ci si trova davanti a piante e fiori che l’artista oltre che riprodurre nei quadri fa nascere e crescere. Fino ad arrivare ai rapporti coi familiari, la sorella gravemente malata, che oltre ad essere modella è anche la prima persona che chiede ogni giorno le sue cure.

La selezione dei dipinti di questa ampia rassegna antologica fa emergere la peculiarità della figura di Letizia Fornasieri nel panorama italiano. É la testimonianza della vita di una persona fuori dal tempo che raccontando il suo mondo attraverso la pittura ripercorre l’immaginario  comune a molte generazioni di donne, fatto di vita domestica e scandito dai rapporti familiari. Da questo universo femminile espresso in immagini e colori Letizia Fornasieri ha saputo trarre fonte di riscatto,  di riconoscimento e di emancipazione.
Il progetto espositivo che abbraccia trent’anni di attività, vede tre nuclei tematici principali: la casa e la famiglia, la natura, la città, con i suoi luoghi e la sua varia umanità.

Nei dipinti di Letizia Fornasieri gli arnesi di casa, gli elementi dell’ambiente naturale e cittadino non sono semplici oggetti, rappresentano invece una metafora, raffigurati nel quadro sono la trasposizione dell’umano. L’artista ha un metodo di ricerca che la porta ad osservare in disparte i suoi soggetti registrandone i caratteri senza imporre un giudizio. Questo le permette di dare nuova vita a ciò che è ovvio e quotidiano. Nelle sue opere gli oggetti comuni vengono trasfigurati e da inanimati assumono la facoltà di evocare quello che non vediamo. Letizia Fornasieri attribuisce presenza fisica e vitale alle cose, spingendosi ben oltre il concetto di natura morta. La sua pittura diventa un modo per ritrarre e raccontare l’essere umano nel suo complesso. Una porta chiusa e dei vestiti abbandonati su una sedia sembrano dire molto più di un tratto del volto di una persona o di una caratteristica della sua fisionomia. Letizia Fornasieri mette in scena la drammaticità del proprio vissuto e all’interno della tradizione pittorica ritrattistica, sceglie un modo di dipingere che sembra spinto dal sentimento, dal legame affettivo piuttosto che dal desiderio di esibire e mettere in mostra.

Lo sguardo attento dell’artista milanese indaga il quotidiano in tutte le sue manifestazioni: familiare, casalingo, di quartiere e sovente ricorrono nei suoi lavori i soggetti di piante e fiori. C’è la natura degli interni, fatta di fiori e piante grasse e c’è la natura dei boschi, del paesaggio e dell’ambiente esterno. L’artista presta la medesima cura nel descrivere un vaso di gerani che attende solo di essere innaffiato, così come sa raccogliere le geometrie suggerite da un intricato groviglio di rami o quando descrive le volumetrie nate dalla neve caduta in un bosco. Oltre all’ambito casalingo e all’osservazione attenta della natura nelle sue varie forme, la pittura di Letizia Fornasieri si è dedicata spesso ad una personale interpretazione della città di Milano. Si tratta di uno sguardo inconsueto che l’artista proietta sulla metropoli, descrivendone i luoghi, le persone che la popolano ed i suoi ritmi incalzanti. Il caos cittadino è reso appieno da una tecnica pittorica fatta di distorsioni espressive e da forti contrasti cromatici. Le prospettive concitate di una città che corre non hanno però impedito alla Fornasieri di leggerne i caratteri più nascosti, fatti di momenti di solitudine, di alienazione come pure di registrarne i segni di inaspettata bellezza.

La figura ‘antimoderna’ di Letizia Fornasieri si riflette anche nel suo modo di lavorare, rinunciando all’ausilio del supporto fotografico e preferendo l’approccio dal vero, discostandosi così dalle modalità in voga nella figurazione attuale. Il suo rapporto stretto col reale ne esalta lo stile personale in cui si intravedono solo in parte le influenze dei grandi maestri e delle avanguardie storiche che negli anni l’hanno affascinata.

In un Paese come l’Italia, da sempre alla ricerca  di valori positivi condivisibili, l’arte di Letizia Fornasieri si propone con scelte esistenziali ed artistiche che attingono alle lezioni di precedenti generazioni ma che ben dialogano con il presente e le sue problematiche. I temi affrontati dalla Fornasieri, seppur formalmente non in linea con le immagini provocatorie dell'arte di oggi, non sono affatto distanti dal centro del dibattito culturale e politico attuale che coinvolge l’arte contemporanea. Offrono infatti un punto di riferimento al di fuori delle consuetudini e indispensabile per chi abbia voglia di interrogarsi  sul futuro della società italiana riflettendo anche sul suo passato.